L'evoluzione del Covid-19 in Italia
Questo grafico mostra l’evoluzione del contagio da Corona Virus a partire dal 24 febbraio, il primo giorno in cui la Protezione Civile ha iniziato a condividere ufficialmente i dati raccolti dalle diverse regioni.
Ogni colonna rappresenta un indicatore. Le barre rappresentato il valore cumulativo giorno dopo giorno (ad esclusione della colonna Nuovi Casi, che invece mostra il valore giornaliero). La larghezza di ogni barra rappresenta il numero di persone coinvolte. Muovi il mouse sulle barre per vedere i dettagli di ogni giorno.
Tutto è iniziato il 31 gennaio
Il 31 gennaio i media italiani hanno annunciato la scoperta dei primi due casi di COVID-19 in Italia: una coppia di turisti cinesi di Wuhan, i cui sintomi si sono presentati durante il loro soggiorno a Roma.
I due sono stati velocemente ricoverati in isolamento, e le autorità sanitarie hanno iniziato a tracciare i loro spostamenti nella penisola, per capire con chi fossero venuti a contatto: nelle settimane precedenti, la coppia aveva visitato alcune tra le più grandi città italiane: Milano, Verona, Parma, Firenze e, infine, Roma.
Lo stesso giorno sono stati bloccati tutti i voli da e per la Cina ed è stato dichiarato lo stato di emergenza. A partire dalla stessa data, la situazione si è evoluta molto velocemente.
Il 21 febbraio un cluster di 16 casi è stato identificato in Lombardia. Il 22 febbraio il Consiglio dei Ministri ha emesso un decreto volto al contenimento dell’epidemia. Il provvedimento ha istituito, tra l’altro, una zona rossa che includeva undici comuni nel nord Italia in Lombardia e Veneto.
Il 4 marzo sono state chiuse scuole ed università. Il conto dei decessi ha raggiunto quota 100. Tutti gli eventi pubblici e sportivi sono stati sospesi per almeno un mese. L’11 marzo è stata decretata la chiusura di tutte le attività commerciali, ad eccezione di quelle che vendono beni essenziali.
Il 17 marzo l’Italia era già il secondo paese più colpito dal SARS-CoV-2 preceduto solo dalla Cina.
L'Italia ha finalmente passato il picco?
Questo grafico mostra come il numero quotidiano di nuovi casi stia evolvendo in Italia ed in ogni regione. Il grafico è generato utilizzando una media mobile settimanale (ogni punto è calcolato come media del giorno corrente più i tre giorni precedenti e successivi): questo metodo, usato spesso in applicazioni finanziarie, aiuta ad correggere le fluttuazioni dei dati, evidenziando i trend di lungo periodo.
La scelta di utilizzare una media mobile settimanale per visualizzare questi dati è giustificato dal fatto che abbiamo notato dei pattern: solitamente, di domenica e lunedì i nuovi casi calano, per poi crescere nuovamente il martedì.
Sta arrivando la seconda ondata?
Durante il mese di agosto, il numero di positivi al COVID-19 ha ricominciato a salire, raggiungendo in alcuni casi livelli molto simili a quelli registrati la scorsa primavera.
Stiamo per essere travolti dalla famosa ‘seconda ondata’ oppure questo incremento è determinato da qualche altro fattore?
La situazione non appare in alcun modo paragonabile e quella di cinque mesi fa: gli ospedali sono liberi da sovraccarichi e anche il numero dei morti e quello dei ricoverati in terapia intensiva sono sotto controllo. Perché, allora, i casi hanno ricominciato a salire?
Una possibile spiegazione potrebbe essere l’incremento del numero di tamponi eseguiti. Ma poiché i media continuano a riportare soltanto le cifre crude, è davvero difficile riuscire a fare confronti fra ciò che è accaduto prima, dopo e durante il lockdown. Con questo grafico, abbiamo tentato di far parlare i dati in modo più chiaro.
Sull’asse y abbiamo posizionato due diverse unità di misura.
Le barre verticali, distribuite su una scala numerica lineare, rappresentano i giorni; lungo la loro altezza abbiamo evidenziato in verde il numero dei tamponi eseguiti e in bianco il numero di nuovi casi.
La scala lineare color magenta sovrapposta alle barre rappresenta la percentuale di nuovi casi sul numero totale di tamponi eseguiti, mentre la linea bianca tratteggiata corrisponde alla percentuale media di di nuovi casi sul numero totale di tamponi eseguiti, calcolata sull’intero periodo.
Apparentemente, il numero di tamponi eseguiti ha un impatto diretto sul numero di nuovi casi: dopo il primissimo periodo, in cui i tamponi scarseggiavano e solo i pazienti con sintomi gravi potevano accedervi (tanto che il rapporto tamponi/positivi ha toccato la vetta del 46%), la linea ha cominciato a scendere ed è stata praticamente piatta (la percentuale oscilla fra l’1 e il 3%) durante l’estate per ricominciare a salire in autunno.
Ma c’è un altro elemento importante: i tamponi eseguiti durante l’ultimo periodo hanno messo in evidenza un numero molto significativo di casi asintomatici, corrispondenti a pazienti che, lo scorso marzo, non avrebbero avuto alcuna possibilità di accedere al tampone.
Alla luce di questo dato, il grafico ci aiuta anche a comprendere perché, sebbene continui a diffondersi, il virus stia avendo sulla società un impatto più contenuto rispetto a marzo.
Il grafico mostra una barra per ogni giorno. L’altezza delle barre rappresenta il numero totale di tamponi eseguiti quel giorno (in verde) e il numero di tamponi risultati positivi (ossia i nuovi casi, in bianco). Le linee sull’asse y utilizzano due diverse unità di misura: la linea magenta mostra la percentuale giornaliera di nuovi casi, mentre quella bianca corrisponde alla percentuale media di nuovi casi misurata su tutto il periodo. Fin quando la linea magenta resterà più o meno piatta, la situazione dovrebbe essere sotto controllo.
Com'è la situazione oggi rispetto alla prima ondata?
I numeri sono decisamente in crescita e, nelle ultime settimane, i nuovi casi hanno raggiunto livelli ancora più alti di quelli registrati durante il picco. Ma gli altri indicatori che cosa ci dicono? Stiamo per essere trascinati ancora una volta verso il disastro? In questo grafico abbiamo messo a confronto per ogni giorno i quattro principali indicatori (nuovi casi, decessi, ricoveri e ricoveri in terapia intensiva) con gli stessi relativi al giorno più ‘simile’ durante la prima ondata.
Per creare questo grafico abbiamo suddiviso l’era COVID in due parti: il primo periodo comincia con l’inizio del lockdown (11 marzo) e termina nel giorno del primo picco (21 maggio). Il secondo comincia con il picco e finisce con la fine del lockdown (4 maggio). Per ciascun periodo, abbiamo cercato il giorno più ‘simile’ a ogni nuovo giorno della seconda ondata (cioè quello in cui la differenza di nuovi casi è stata minore). Per avere un quadro più completo, abbiamo aggiunto anche il picco e il giorno in cui si è verificato il minor numero di casi in assoluto. La linea sul grafico rappresenta il “livello di guardia”relativo al numero di ricoveri in terapia intensiva, che potrebbe rappresentare un serio problema per il Sistema Sanitario Nazionale.
L'evoluzione dell'epidemia nelle regioni italiane
Il monitoraggio dell’evoluzione del contagio è coordinato dal Ministero della Sanità, dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Protezione Civile. Ciò non impedisce alle regioni di operare in autonomia per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi ai cittadini. Un esempio? Il nuovo ospedale costruito dalla Regione Lombardia nei locali di FieraMilanoCity.
Questi grafici mostrano l’evoluzione dei numeri giornalieri nelle regioni Italiane. Ogni colonna rappresenta il numero di valori confermati di Casi, Morti e Guarigioni - in base all’opzione selezionata. La linea rosa mostra la media mobile settimanale dello stesso indicator. Alcuni dei valori giornalieri mostrano anomalie (o possibili recuperi di dati non registrati dai giorni precedenti), la media mobile aiuta a calmierare l’effetto di questi numeri fuori scala e offre un punto di vista più bilanciato dei dati.
Tutto sembrava sotto controllo, finché non lo è stato più
Dopo essersi mosso silenziosamente nel paese per un mese, il corona virus ha avuto un impatto così devastate che il governo ha deciso di mettere in quarantena due aree in Lombardia e Veneto. Le cosiddette zone rosse sono state isolate dal resto d’Italia. Dopo appena due settimane, il governo si è accorto che il sacrificio richiesto alle popolazioni delle zone rosse non aveva avuto gli effetti sperati.
Guarigioni e nuovi casi, giorno per giorno
Il confronto tra casi confermati giornalieri e guarigioni mostra lo sforzo a cui il sistema sanitario è sottoposto. Una proporzione bilanciata tra guarigioni e nuovi casi evidenzia uno scenario in cui i servizi ospedalieri riescono a resistere all’assalto del COVID-19. Il grafico mostra chiaramente come, dopo il picco avvenuto a fine marzo, i due indicatori hanno iniziato a convergere. La speranza è di vedere il numero di guarigioni superare i nuovi casi e, alla fine, vedere entrambe le linee convergere verso lo zero.
Il grafico mostra la media mobile settimanale di nuovi casi e guarigioni.
E poi tutto e andato a rotoli
Sabato 7 marzo l’intera Regione Lombardia e altre 11 province sono state dichiarate zone rosse. Il lunedì successivo, il 9 marzo, il governo Italiano ha deciso di attuare un lock-down sull’intero territorio nazionale.
Una matrice di confronto
Questa matrice mostra quando le diverse regioni italiane hanno raggiunto diversi traguardi significativi (milestone) del contagio. Selezionando un indicatore è possibile vedere le differenti velocità delle diverse regioni nel raggiungere quel traguardo specifico. È così possibile capire come il contagio si sia diffuso nel paese.
Per utenti con dispositivi mobili, le regioni vengono aggregate in macro-regioni: Nord, Centro, e Sud e Isole.
Abbiamo raggruppato le milestone in sei diversi gruppi: casi totali, nuovi casi, decessi, casi attivi, ricoverati e ricoverati in terapia intensiva. A ogni gruppo corrisponde un simbolo, il cui colore indica il progresso degli indicatori da 100 fino a 100.000.